martedì 6 ottobre 2009

Il dopoguerra

Il periodo postbellico in un conflitto deve essere gestito con la stessa attenzione del periodo bellico. Le armi taccioni e si fa la conta dei feriti e delle cose distrutte per poter ripartire.

Non è facile: la guerra produce dolori e sofferenze che vanno al di là delle cose visibili. Non si tratta solamente di fare una conta della case distrutte, delle tombe o fosse comuni, che restano senz'altro a memoria del conflitto. Si tratta di guardare con attenzione anche le ferite interiori che una guerra lascia nei cuori e nella memoria di un popolo.

La guerra ha reso visibile la bestia che c'è in ciascuno, l’ha ripescata dall’inconscio per renderla esterna. Essa, vista bene, impressiona e spaventa.
Il tempo della distensione sviluppa soprattutto la mediazione, il dialogo, il ventaglio di nuove possibilità. "La nostra esistenza, insieme fragile ed esaltante, viene sollevata dall'onere schiacciante di dover esibire una riuscita che non finiremo mai di cercare". (M. Crociata)

(foto di Elena Mannocci)

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