Okaka, Balotelli, Ogbonna. Tre giovani promesse del calcio italiano. Sono tre ragazzi che giocano nella under 21 italiana, sono titolari e di grande qualità. Hanno in comune il colore della pelle: nera. Un bel segno dei tempi, la società italiana è sempre più multietnica e colorata. Se poi si tiene conto che i tre sono nati e vissuti in Italia, si può capire che siamo già in una 'fase 2' dell'immigrazione.
Altre nazionali europee, come quella francese, quella olandese e qualle inglese, presentano già da anni giocatori titolari la cui famiglia è originaria di altri continenti. Italiani, sapgnoli e irlandesi erano invece fin'ora le nazionali più 'bianche' del continente. Un dato che permette di capire come si è sviluppato il fenomeno migratorio nel vecchio continente.
Al di là di ogni ragionamento ciò che è utile osservare è che sui campi di gioco si può costruire una convivenza pacifica e costruttiva tra le razze e le nazioni. Almeno sulla carta lo sport e il calcio dovrebbero essere una buona piazza di incontro. Sta di fatto che, soprattutto negli stadi italiani, i 'colorati' vengono sovente beccati e fischiati. E non si riesce a capire come fare per arginare il fenomeno. Questo non è certamente un buon segnale.
venerdì 12 marzo 2010
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