giovedì 2 settembre 2010

Il dolore e la dignità di Salvatore

E' stanco Salvatore. Seduto su una panca di uno dei lunghi corridoi del Loreto-Mare. Avrebbe certamente immaginato un'estate diversa per lui e per la sua famiglia. Ma quella del 2010 è l'estate dell'incidente, del deragliamento del treno della Circumvesuviana sul quale, disgraziatamente, il 6 agosto mattina si trovava anche il figlio Vincenzo.

Incontriamo Salvatore in un pomeriggio di mezz'agosto napoletano. La città è praticamente vuota e anche il traffico all'ospedale Loreto-Mare è ridotto. Ci racconta la sua amarezza, ma anche la bella solidarietà che sta arrivando a lui e alla famiglia da varie parti: gli amici di Vincenzo, i giovani della parrocchia di Ercolano, i colleghi delle FF.SS. e della Circumvesuviana, sacerdoti, amici e anche persone sconosciute. Salvatore e consorte da dodici giorni assistono il figlio che si sta lentamente riprendendo e sognano una grande festa per il rientro a casa di Salvatore. I medici ancora non si sbilanciano. Il giovane venticinquenne, in dirittura d'arrivo con l'Università, alterna momenti di ripresa a momenti di sonnolenza e assenza. Ha il braccio sinistro fratturato e la gamba sinistra ancora senza sensibilità.

Con Giovanni Navarone ed Emilio Vittozzi portiamo la vicinanza e la solidarietà di tutta la Circumvesuviana. Salvatore ha apprezzato le due visite del dott. Bruno Spagnuolo, amministratore unico della Circum. E' anche lui un ferroviere e sa bene quali sono gli inconvenienti del mestiere e i possibili incidenti.

Rientrando nella palazzina di Porta Nolana, portiamo con noi le impressioni di una visita serena e umana. Il dolore profondo di un uomo, la sua forza e fede cristiana che gli fanno portare con grande dignità questa sofferenza, senza farsi prendere da sconforto, senza gettare all'aria parole avventate.

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