lunedì 25 luglio 2016

I piedi del campione

Ci sono anche 200 metri di corsa a piedi (e in salita!) nella vittoria di Christopher Froome all'edizione 103 del Tour de France nel 2016.
Succede nella dodicesima tappa, 178 km, in montagna da Montpeller a Chalet Reynard ai piedi della vetta del terribile Monte Ventoux. E' il 14 luglio 2016, anniversario della presa della Bastiglia, festa nazionale in Francia. La tappa era stata accorciata dagli organizzatori per le avverse condizioni atmosferiche.
Un'incidente insolito che ha attirato le critiche sull'organizzazione del Tour de France, una delle più importanti corse a tappe. A causa della folla, straripante a bordo strada, una moto della TV francese che anticipava i corridori è costretta a frenare bruscamente. Risultato: i tre atleti che seguivano cadono rovinosamente sul mezzo meccanico. Tra questi anche la maglia gialla, il leader della corsa, Chris Froome. Bici rotta. "Non sapevo cosa fare" - dice Froome a fine tappa - "allora mi sono messo a correre". Lo spettacolo è davvero unico. Il corridore britannico corre in salita circondato dalla folla, ma anche da moto e macchine dell'organizzazione. Uno spettatore gli dà una bici che non è evidentemente della sua misura, la inforca, ma dopo alcune centinaia di metri è costretto a lasciarla in strada. Ricomincia a correre e finalmente arriva l'ammiraglia del Team SKY, la sua squadra, a dargli una bicicletta adatta a lui. Tutto questo avviene a 400 metri dalla linea del traguardo. A fine tappa Froome avrà perso 6'45" dal vincitore di tappa, e perde anche la testa della classifica generale. La giuria a fine gara rimedia all'incidente, restituendo al ciclista i comando della classifica generale. Un finale di tappa davvero incredibile!.
Restano quei metri a piedi, insoliti, originali. Il regolamento non lo prevede. Un corridore deve correre in bicicletta e tagliare il traguardo con il suo mezzo e non sulle proprie gambe.
Al popolo dei podisti è piaciuta quella scena. Un campione che usa i piedi (oltre alle gambe e alla testa, evidentemente) per raggiungere il traguardo e coronare la sua vittoria. Chissà cosa ricorderà fra vent'anni Froome di quel giorno. Il dolore per la caduta, le gambe che girano vorticosamente sulla bici sbagliata, i metri percorsi correndo. Una macchia gialla a piedi sul Mont Ventoux.

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