domenica 10 maggio 2009

Viva España

Si possono apprezzare molte cose della cultura spagnola. Anzitutto un sano realismo che traspare dal modo di ragionare e di vedere la vita: sempre abbastanza con i piedi per terra, almeno a me sembra, senza trionfalismi forzati o abbassamenti di tono. La capitale Madrid è una metropoli ricca di cultura, storia e con un'ottima rete di metropolitane. L'impressione è che la qualità della vita sia buona e che nonostante i grattacieli e le grandi strade, sia una città viva e vivibile.
Si dice che la Spagna e l'Italia siano abbastanza vicine come mentalità, lingua, storia. Lo si puo´ certamente notare dalla musica che si ascolta e dai libri che si leggono. Le radio spagnole hanno jingle uguali a quelle italiane, Laura Pausini e altri autori nostrani hanno inciso canzoni nell'idioma di Cervantes. Nelle librerie si possono trovare libri in spagnolo di autori italiani come 'La soledad de los numeros primos' o 'Gomorra', o anche i libri di Federico Moccia.
La lingua italiana, soprattutto nei dialetti del meridione, contiene numerose parole di origine spagnola. Parole come 'ammucciarsi', 'struppeiare', 'guappo', sono dei chiari esempi. E anche la forma verbale del passato remoto e' usata con disinvoltura nello spagnolo come anche nei dialetti del sud della penisola.

Tuttavia credo che ci siano una serie di differenze significative che fanno di ogni nazione, in qualche modo, un unicum. Il diritto allo sciopero, che in Italia è uno strumento usato in maniera selvaggia, in Spagna invece è utilizzato con una certa parsimonia. La cucina italiana è varia e ricca di numerosi sapori (senza falsi nazionalismi).

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