giovedì 1 aprile 2010

Incoscienza

La tornata elettorale per le regionali di fine marzo ha prodotto un unico chiaro risultato: l'astensionismo. Un italiano su tre non ha esercitato il suo ditritto al voto. Alcune regioni, come il Lazio, hanno presentato un dato molto molto alto di assenteismo dai seggi elettorali.
Anche tra i giovani c'è spesso disaffezione verso il voto. Dopo gli entusiasmi attorno a 18/19 anni, quando con emozione e trepidazione si varcano per le prime volte i seggi elettorali, pian piano va scemando il fascino della scheda, della matita, della tendina che protegge da sguardi indiscreti. E così tanti giovani tra i 20 e i 30 anni non votano più. Se la giornata elettorale cade in concomitanza con altri appuntamenti, cede facilmente il passo, senza rimorsi o problemi di coscienza. Anche molti adulti non vanno più al voto, non tanto per scelta convinta, quanto per noncuranza. "Cosa fa il mio voto? Cosa cambia la mia preferenza?" sono le obiezioni più frequenti.

Questa assenza di passione politica e civile è davvero incredibile se si considerano le battaglie fatte in tante parti del mondo per il diritto al voto, per il voto alle donne, ecc. L'incoscienza civile è uno dei mali sociali più deleteri.

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