sabato 14 gennaio 2012

La Professione

Tempi duri per i giovani italiani. La ricerca del primo impiego diventa un'autentica avventura. La professione alla quale ci si prepara con duri anni di università e con tanti (necessari) sogni sembra un miraggio. Fortunati quelli che hanno la possibilità di continuare un'attività economica di famiglia. Il cardinale Tettamanzi, nella sua ultima omelia a Milano, ha definito i giovani i nuovi poveri, perchè "poveri di futuro".
Ma la parola professione, per alcuni (pochi) giovani italiani, ragazzi e ragazze, ha un significato particolare ogni anno, particolarmente nel mese di settembre. Uno sparuto numero, infatti, in quel mese, ma anche in altri tempi, fa una 'professione' un pò speciale, si consacra a Dio, professando i voti di povertà, castità e obbedienza. Dopo uno o due anni di noviziato o dopo anni di formazione, questi giovani che hanno risposto ad una chiamata di Dio, diventano religiosi nelle loro rispettive congregazioni e ordini, temporanei o a vita. E' una professione anche questa, per la quale ci si è preparati con anni di discernimento, di fatica e sacrificio. Rispondere nella libertà a Dio che chiama e dona una missione, è esercizio esigente che impegna tempo e forze interiori.
La professioni di questi giovani è servire Dio e servire l'uomo, mettendo da parte sè stessi, per ritrovare Dio e la verità di se stessi nel cuore dei poveri.

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