martedì 3 marzo 2009

Come Dio comanda

E' il titolo di un bel film che ho visto al cinema qualche settimana fa. La storia di un padre e di un figlio. Il primo in cerca di un lavoro stabile, il secondo costretto a crecere troppo presto. Un amico comune, un pò spostato, contribuisce a dare un tono meno drammatico al racconto.

Questo film mi fa pensare a come la fiducia tra padri e figli sia in realtà uno dei pochi ingredienti necessari e per questo a volte a rischio.

Nel film la mancanza di fiducia tocca una volta ciascuno. Il padre non si fida del figlio che scrive un 'compromettente' compito di italiano. Il figlio non si fida e attribuisce al padre l'omicidio di una sua compagna di scuola. Entrambi, dopo aver dubitato, ritrovano fiducia nell'altro, anche se in fondo sono un pò più soli.

Ecco: la sfiducia innesca la solitudine. Non ci si sente più amati, compresi in profondità, in fondo si viene giudicati. E quando viene meno, nasce una profonda solitudine dalla quale si fatica ad uscire. Ma come è possibile che un rapporto di piena fiducia si tramuti in qualcos'altro? Cosa lo fa vacillare dopo anni e anni? Forse l'immaturità delle persone in causa, forse quell'innata paura dell'altro o peggio il desiderio di volerlo cambiare.

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