lunedì 6 aprile 2009

Una volta al mese

Lo aveva frequentato a lungo in passato, felice e contenta nella sua adolescenza. Veronica si recava quasi tutti i giorni nella villa comunale del suo paese, non lontano da casa. Doveva fare solo una breve discesa e poi voltare a sinistra. Il distributore di benzina, il piccolo chiosco, l'ingresso della villa... Entrare in quel luogo era per lei come entrare in una favola, come affidarsi a qualcuno più grande di lei. Si sentiva bene, poteva giocare, chiacchierare liberamente con le sue amiche, osservare i bimbi più piccoli, sognare il suo futuro... Una volta aveva partecipato ad una bellissima festa con tutti i giovani del paese.

A quel luogo Veronica legava tanti dei suoi ricordi: giorni spensierati, canzoni ascoltate dal lettore mp3, i primi amori, le tante domande...

Con gli anni, la villa era caduta nel degrado. Le persone, soprattutto i ragazzi e gli anziani, varcavano raramente il suo cancello. Erbacce crescevano praticamente dappertutto, l'intonaco della vecchia scuola cominciava a cedere, le fontane non davano più acqua. Era diventato, come in altre città, un posto dove alcune persone del paese si appartavano per fumare e per consumare.
Veronica era smarrita, affranta e delusa di tutto ciò. La 'sua villa comunale' non era più la stessa; non la riconosceva più. E dire che una volta la percepiva come fosse casa sua. Praticamente aveva la sensazione di conoscerla palmo palmo; quando era lì si sentiva sicura, contenta, capita.

Decise di staccarsi pian piano da quel luogo, di provare a cancellarlo dalla sua vita. Ma era più forte di lei. Quando passava nei pressi gettava uno sguardo furtivo e una volta al mese ci tornava. Voleva vedere com'era. Cercava di capire se c'era una possibilità che tornasse ad essere come una volta. La vedeva decaduta, malandata e abbandonata. I vialetti erano pieni di buche e di erba, perfino il piccolo bar all'ingresso aveva chiuso. A volte ne parlava anche con alcuni conoscenti del paese, per considerare la possibilità di fare qualcosa. E puntuale Veronica era lì ogni mese per qualche minuto. I battiti le salivano, come anche i ricordi di giorni belli e spensierati. Brevemente gustava quelle sensazioni. Poi si fermava seria, cercava di osservare e capire. Nel resto del mese stava lontano, teneva le debite distanze, soprattutto dopo che le era stato consigliato di non frequentare più quel luogo. Troppo pericoloso.

Veronica non si era quasi mai arresa in vita sua e sperava, con tutta se stessa, che quell'angolo accogliente potesse tornare come una volta e che i giovani lo frequentassero per sognare e crescere.


(foto di Elena Mannocci)

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