Nella sua vita Paolo si era sempre molto esposto, sprezzante dei pericoli che correva. Un amante del rischio e ci aveva quasi sempre rimesso le penne. Da ragazzino una volta venne convocato per un partita di tennis in un torneo amatoriale. Sapeva di dover perdere, visto il livello superiore dell'avversario in campo, ma lottò con tutto se stesso e pretese rispetto da parte dell'arbitro e del contendente.
Una persona che lo conosceva bene amava spesso dire che Paolo era "leggermente eccessivo" combinando in maniera improponibile, un avverbio delicato e un aggettivo estremo. Era un maledetto ossessivo perchè non riusciva ad essere infedele. L'oblio che nella maggior parte degli essere umani purifica la coscienza, non sembrva funzionare troppo su di lui. Lasciava che i pensieri lo tormentassero fino a togliergli ogni energia. Sembrava attirare su di sè l'inimicizia e la crudeltà delle persone. Questo lo faceva soffrire terribilmente e lo sfiniva soprattutto con i sensi di colpa.
Un organizzatore nato. Da quando aveva quattro anni e organizzava i giochi con i suoi compagni, all'età più adulta quando pianificava con efficacia inziative, appuntamenti di lavoro, viaggi. Gli altri conoscevano il suo carattere deciso e a volte tagliente. Se ne addoloravano (e ne soffriva lui stesso), ma godevano anche della sua capacità di sintesi, dei suoi pensieri chiari e distinti, della sua visione d'insieme. Paolo era una persona sincera di cui ci si poteva fidare. Soprattutto si capiva sempre ciò che pensava, non riusciva a nascondersi.
Gli eventi gli avevano fatto scuola e Paolo aveva imparato, in età adulta, ad essere più prudente. Senza perdere il gusto delle cose nuove e audaci, ma con più morigeratezza e umiltà. Si conosceva ormai e capiva che la rabbia è sempre foriera di chiusure, che le persone vanno accolte fino in fondo. In realtà aveva più volte dato prova di paternità e buon senso ed era stato capace di mostrare stima, incoraggiamento e perdono. Sempre più capiva che bisogna accettare la vita (eventi e persone) così com'è con una consapevolezza che non diventa pessimismo, ma puro realismo.
Paolo... Fosse stato un rivoluzionario sarebbe morto colpito in pieno petto da un proiettile nemico. Fosse stato un viaggiatore sarebbe certamente andato lontano. A piedi. Fosse stato un prete sarebbe stato senz'altro un missionario.
mercoledì 9 settembre 2009
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