C’è una zona di Vientiane che è unica. Si tratta dell’argine
del Mekong. Almeno 5 km lungo questo fiume che avrebbe tante storie da
raccontare. Quella dei pescatori che attendono con pazienza, quella del ponte
dell’amicizia che collega il Laos e la Thailandia, quella dei bambini che
giocano inventando dei campi di calcio sulla battigia. Ma anche quelle più
cruenti di fughe e morti. Dall’altra parte, meno di un km, c’è la più prospera
Thailandia, i fratelli vicini che se la passano meglio. Storicamente è stato
sempre così.
Percorrere questi chilometri correndo è un piacere unico.
L’asfalto lascia presto il posto alla terra rossa che viene di tanto in tanto
annaffiata per evitare che si trasformi in polvere fastidiosa, i motorini educati, i
bambini che giocano, i tuk tuk, i monaci avvolti nel loro abito arancione... Ma
anche il mercatino serale, i numerosi locali dove si cena a lume di candela, il
parco Anouvong costruito nel 2010 in onore del re Anouvong Chao (1767-1829) rappresentato con una statua di sei metri mentre tende la mano. Nel parco, dalle prime ore del mattino ci sono
già alcuni podisti che macinano chilometri, signore che fanno tahi chi, ma è
la sera tutto si popola e si incontrano anche i runner veloci, quelli forti.
Fisico minuto e asciutto, abbigliamento adatto, fanno lavori di velocità su un
km di asfalto del quale di fatto si ‘impossessano’. Il traffico viene deviato
altrove dalle 18.30 in poi, la temperatura è attorno ai 28 gradi e loro si
allenano. Non mancano i ciclisti e i camminatori e sui marciapiedi famiglie e
gruppi di amici. Una bella immagine di democrazia e libertà
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