Il Venezuela praticamente non ha più la sua moneta. Si usano il dollaro americano ed il pesos colombiano. Il crack economico ha portato ad una svalutazione impressionante del bolivar, la moneta nazionale e con il dollaro c’è un po’ più di stabilità. Gli Oblati mi dicono che i salari sono molto molto bassi mentre i prezzi dei beni di prima necessita sono praticamente quelli europei. Questo spiega la situazione generale del Paese. Con un dollaro oggi si comprano due litri di benzina. Il traffico a San Cristobal è diminuito rispetto a 8/10 anni fa proprio perché non tutti possono permettersi spostamenti in auto. In città è ripreso da poco il trasporto pubblico e non ci sono più le code impressionanti alle stazioni di rifornimento.
La comunità oblata prega insieme ogni giorno sia al mattino
che alla sera. In qualità di vescovo tutte le preghiere comunitarie sono
presiedute da mons. Ramiro, il vescovo emerito di 88 anni ancora in buona forma.
Ogni pomeriggio si parte dalla casa oblata per la celebrazione delle messe
tranne il lunedì in cui non ci sono messe nelle tre chiese del territorio. La preghiera
accompagna l’azione missionaria, la precede e la prosegue. Un’amica mi ha
scritto i questi giorni: “Oggi si parla tanto di economia circolare... Io qui
ci vedo tanto amore circolare, attraverso lo scambio di amore in una relazione
autentica tra voi padri missionari e la popolazione locale”. Custodire questo
amore è forse la chiave di tutto, la preghiera personale e comune è un buon
mezzo.
Le arepas sono buonissime, si fanno con la farina di mais, di riso e di grano, hanno una forma rigorosamente circolare e si cuociono alla piastra. Successivamente si riempiono in varie maniere, tutte salate. Con un misto di uovo, cipolla e pomodori oppure con il formaggio spalmabile e l’avocado. Alcuni le farciscono con i fagioli. Sono uno dei piatti nazionali qui in Venezuela. Le sto gustando in questi giorni specialmente a colazione. Come sempre dietro ogni pietanza c’è la storia, la cultura e la tradizione di un popolo.
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