lunedì 12 aprile 2010

Viaggio in Senegal / 1

Atterro a Dakar, capitale del Senegal, all'estremo occidentale del continente africano, cinquanta anni dopo l'indipendenza. Il Senegal, quasi 14 milioni di abitanti, 2 milioni dei quali nella capitale Dakar, è un paese libero dal 4 aprile 1960. A ricordarlo un monumento fatto costruire, a tempo di record dal presidente, Abdoulaye Wade che il 13 febbraio scorso ha dato inizio ai festeggiamenti per l'importante anniversario. Senonché questo monumento divide nettamente l'opinione pubblica del paese. I contrari criticano soprattutto il costo, la forma, la posizione. E' costato, infatti, circa venti milioni di euro (in Senegal c'è gente che vive con due euro al giorno), è stato realizzato da un artista nordcoreano (la Corea sta colonizzando l'economia africana), non passa inosservato.

La Francia ha chiuso, proprio a inizio aprile, l'ultima base militare presente sul territorio. L'ultimo lieve cordone che legava al paese colonizzatore è stato definitivamente abbattuto. Il grande colonizzatore del continente africano, ha avuto il controllo di numerosi paesi soprattutto dell'Africa occidentale (Togo, Guinea, Mali, Mauritania, Niger, Costa d'Avorio, ecc.), per lunghi decenni colonie d'oltremare. Ora ha smesso di diffondere la sua cultura che perde colpi rispetto a quella anglosassone e all'uso della lingua inglese.

In questo paese africano i Missionari Oblati di Maria Immacolata sono presenti dal 1976. Attualmente sono 40, più della metà di nazionalità senegalese. Da Dakar, capitale sul mare, ci si spostò in alcune missioni dell'est (Koungheul e Koumpentoum). Nell'ultimo decennio si sono aperte missioni in Casamance, regione meridionale del paese, e anche in Guinea Bissau stato che confina al sud con il Senegal. Un grande impegno di forze per l'evangelizzazione e la promozione umana.

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