lunedì 19 aprile 2010

Viaggio in Senegal / 4

La strada che da Kaolack va verso il Mali è stata risistemata da poche settimane. Ora si possono percorrere comodamente 90 chilometri in un'ora. I villaggi sono più vicini, le comunicazioni migliori. I camion con la targa rossa, mi dicono, provengono o vanno verso il Mali. Portano soprattutto carburanti. Sulla strada tanta gente e tanti mercatini locali. Ogni tanto qualche postazione della gendarmerie senegalese per i controlli di routine, ogni decina di chilometri le antenne che amplificano il segnale per i cellulari che qui funzionano molto bene.

Su questa strada, in due villaggi distanti 26 km. l'uno dall'altro, ci sono due missioni tenute dagli Oblati di Maria Immacolata. Si tratta di Koungheul e Koumpentoum. Sono due avamposti in situazioni oggettivamente difficili. Il caldo è secco, in questo periodo attorno ai 35 gradi di giorno e 29 di notte. L'acqua c'è, ma viene distribuita in alcune ore al giorno, fino a qualche anno fa anche la corrente elettrica era erogata solo per alcune ore. Per un italiano, per un europeo acclimatarsi da queste parti non è cosa facile. Me lo spiega p. Danilo, un missionario oblato veneto che si trova in questa zona da trent'anni. E' uno dei pionieri, appartiene al primo gruppo di Oblati che arrivarono in Senegal nel 1976, dopo la drammatica esperienza al Laos. Conserva un pò di humor; lo aiuta senz'altro in queste condizioni.

L'interno del Senegal, la zona della brousse, presenta caratteristiche culturali e climatiche proprie. Lasciando la costa, l'aria diventa più secca, la temperatura aumenta. Anche le comunità cristiane hanno un volto differente, e si sentono maggiormente 'minoranza' in un contesto completamente musulmano. Le bellezze ambientali non mancano come i megaliti sepolcrali di Koungheul e il mercato realizzato con il fango a Kaolack, capolouogo della regione Siné-Saloum. Qui la Missione è senz'altro più silenziosa e discreta.

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