domenica 24 ottobre 2010

La morte comincia dai piedi

L'espressione è contenuta nella prima parte del famoso "Se questo è un uomo" di Primo Levi. Il libro racconta in maniera cruda e distaccata la tragedia della detenzione nel campo di concentramento di Auschwitz. Levi descrive con intensità i particolari esteriori del campo, i dominatori e i soggiogati, come anche il suo stato d'animo interiore, il contatto diretto e quotidiano con la morte.
Racconta anche l'importanza delle scarpe e la gara per ottenerne un paio decente. Senza scarpe si camminava e lavorava con difficoltà, incorrendo nelle punizioni. Senza scarpe si creavano con facilità calli e tumori sulla pelle che potevano espandersi a dismisura.
"La morte comincia dai piedi". Una parte del corpo poco nobile, che è in realtà così importante per la nostra mobilità. A volte diciamo "ragioni con i piedi" quasi a dire, il cervello è in alto, i piedi sono in basso, soggetti alla forza di gravità, prima di ogni altra parte del corpo umano.
La cura di sé stessi forse comincia dai piedi. A volte pensiamo che bisogna prendersi cura solamente dello spirito (il cuore?) e della mente (il cervello?). I piedi, proprio per la loro umiltà e pochezza, ci ricordano che abbiamo un corpo da amare, rispettare e curare. E con il quale sintonizzarci in modo armonioso.

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