sabato 30 ottobre 2010

La passione

Sono un estimatore della recitazione di Silvio Orlando, l'attore sessantatreenne originario di Napoli. Ha un volto sofferto e naturale, un modo innato di esprimere i travagli del sud.
Il film 'La Passione' (regia Carlo Mazzacurati, 2010) lo vede nei panni di un regista teatrale, Gianni Dubois, alle prese con la direzione di due composizioni: da una parte una storia da cucire sulle spalle di un'attrice di grido, dall'altra la rappresentazione della passione di Cristo in un paesino della Toscana. Le storie si intrecciano soprattutto nella persona di Caterina, una barista di origini polacche, ben interpretata da Kasia Smutniac. Nella prima trama è una ragazza abbandonata che va alla ricerca del suo amore nel nord Europa, nella seconda è Maria Maddalena.
Fa una certa impressione leggere la storia della barista, tra finzione e realismo. Kasia Smutniak è la vedova dell'attore Pietro Taricone, morto tragicamente alla fine di giugno di quest'anno. Il film sembra ruotare attorno a lei. E realtà e finzione si intrecciano per dare un significato davvero singolare al personaggio. Nella realtà Kasia è rimasta sola, con una figlia, come Caterina nel film, lasciata sola in attesa di un figlio. Nella rappresentazione teatrale Kasia interpreta il ruolo di Maria Maddalena; toccante è la scena che la mostra addolorata ai piedi della croce. Quasi a rappresentare i suoi sentimenti di dolore e solitudine.
Un film che ruota attorno ad alcune caratterizzazioni: un attore narcisista (Abbruscati/Corrado Guzzanti), un ex galeotto che interpreta Cristo (Ramiro/Giuseppe Battiston), una sindachessa opportunista (Stefania Sandrelli), un assessore senza sentimenti (Del Ghianda/Marco Messeri) Tutto ben dosato e di gradevole visione.
'La Passione' lascia nello spettatore domande e sentimenti, come dovrebbe fare ogni buon film.

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