lunedì 31 gennaio 2011

Cantare bene? Effettivamente non serve

Mi fanno pensare alcune frasi di un un'intervista radiofonica a Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, che ha presentato di recente il suo nuovo lavoro discografico. Il concetto è che per un cantante non sia importante cantare bene, e che ciò che fa l'artista-cantante è anche altro: il suo essere personaggio, le sue passioni, i suoi comportamenti...
E' come dire che per un medico non sia importante conoscere gli organi del corpo umano, che per un prete non sia importante la preghiera, che per un panettiere non conti nulla la farina e via dicendo. In effetti ogni professione (di per sè ogni condizione umana) è legata soprattutto ad un elemento che ne costituisce una sorta di cardine, di punto imprescindibile.
Cherubini spiega che il 'bel canto' è riduttivo e che un cantante rock o pop non è un cantante lirico o di operetta, per il quale le doti canore sono essenziali. Dice anche che ci sono persone davvero dotate vocalmente da madre natura, ma che non hanno un presente e un futuro nel panorama artistico nazionale. Ammette, con distacco e una certa indifferenza, di aver cominciato la sua carriera musicale da 'stonato'. Si, Jovanotti era poco intonato. Lo dicevano tutti, dai critici musicali più esperti ai semplici uditori delle sue melodie.

Sono argomenti sui quali si può essere più o meno d'accordo. Da sottolineare: il non prendersi troppo sul serio, il non ridurre tutto ad un elemento unico, l'impegno a costruire il personaggio e quindi il proprio lavoro. Presente e avvenire.

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