La descrizione risulta realistica, sia nel raccontare l'interiorità di questo sacerdote, quasi cinquantenne, che il mondo in cui vive. E così le paure, le fragilità e i talenti di Carmelo si mescolano ad una Taranto popolare, all'ambiente parrocchiale, alle periferie problematiche. I ragazzi della sua parrocchia, l'affascinante Alena venuta dall'est, la madre che vive a Martina Franca, fanno emergere i lati più veri dell'uomo. La sua indole timida e i problemi con la comprensione del mondo telematico e dell'arte moderna, il vizio del fumo...
Certo si tratta di rappresentazione. Non viene menzionata, ad esempio, la vita di preghiera dell'uomo di Dio, il rapporto con i confratelli nel sacerdozio. Punti che avrebbero certamente arricchito il quadro.
Ma il romanzo è ben scritto e di piacevole lettura. Con dei tocchi originali di comprensione del male e del dolore.
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