mercoledì 8 giugno 2011

Stampa missionaria 13 (EMI)

(pubblicato da Missioni OMI, maggio 2011)

Editrice Missionaria Italiana

Breve inchiesta sull’informazione missionaria in Italia

di Pasquale Castrilli

Giovanni Munari, missionario comboniano, è il direttore, o più precisamente il consigliere delegato dell’EMI, l’Editrice missionaria italiana, che da anni si impegna a promuovere la cultura dei paesi del Sud del mondo e l’educazione alla mondialità, alla non violenza e al rispetto dei diritti umani. Munari è rientrato in Italia da quasi quattro anni, dopo più trent’anni di vita missionaria in Brasile a Salvador, Rio de Janeiro e São Paulo, dove ha cercato nuove forme di dialogo con il mondo afrobrasiliano e le realtà di emarginazione delle metropoli latinoamericane. Ha operato a lungo anche nel settore della comunicazione, dirigendo un giornale e una rivista.

Chiamato a coordinare a trecentosessanta gradi le attività della EMI, ci parla del suo lavoro e dell’editrice.

Quali sono gli obiettivi principali dell'Editrice Missionaria Italiana?

La EMI, prima di essere una casa editrice, è un progetto di quindici istituti missionari che hanno deciso di camminare insieme e di offrire al grande pubblico italiano la loro riflessione, le loro esperienze e le provocazione che emergono dal loro vissuto in tutte le parti del mondo. Per questo la EMI si interessa di tutto quello di cui si occupa la missione: spunti per arricchire la riflessione teologica, la presentazione di esperienze significative di altre chiese, i temi della giustizia e della pace, della mondialità, dell’ecologia e dei nuovi stili di vita, del dialogo e dell’ecumenismo, dell’intercultura e dell’immigrazione, della cooperazione internazionale e della solidarietà tra i popoli.

Con questo suo impegno cerca di contribuire alla formazione di una società aperta e plurale, fraterna e solidale.

Che tipo di pubblico raggiunge?

Il nostro è un pubblico variegato, difficile da catalogare. Da una parte ci sono i cattolici non allineati, che cercano di andare oltre il discorso ufficiale per trovare ragioni più profonde di sostegno alla loro fede. Dall’altra, il mondo laico impegnato in gruppi e associazioni, che cerca di formulare e portare avanti progetti alternativi di formazione in Italia o di solidarietà internazionale. Poi ci sono gli insegnanti, che cercano strumenti di lavoro e stimoli pedagogici per rispondere meglio alle esigenze della società italiana attuale. Ci sono le comunità cristiane, che nella missione trovano aiuto per aprire gli orizzonti della pastorale. Ci sono anche ragazzi e bambini, scuole e università, militanti di ogni tipo ed estrazione sociale.

Puoi dirci qualcosa anche della rivista 'Ad gentes'?

È una rivista di teologia, semestrale, nata per mettere a confronto il mondo teologico italiano con il mondo missionario, nelle sue differenti espressioni. Dalla missione vengono oggi grandi domande che riguardano la chiesa e il mondo. Spesso ribaltano problemi e prospettive. ‘Ad Gentes’ è una rivista che cerca di andare al passo della missione.

Come vedete alla EMI l'informazione missionaria in Italia oggi? Quale il suo ruolo?

Oggi più che mai l’informazione passa per molteplici canali e richiede un costante adattamento alle nuove tecnologie. Come casa editrice sentiamo l’importanza di offrire dei prodotti di qualità alla chiesa e alla società attuale ma ci accorgiamo anche che ci sono mille altri canali di informazione sui quali la missione deve investire. Per questo sosteniamo e riteniamo importanti le riviste degli istituti, i loro bollettini interni di collegamento con amici e collaboratori, gli investimenti in radio, tv, internet, le agenzie di notizie, il lavoro nei musei… Tutte forme complementari che si arricchiscono a vicenda e che oggi riescono più che in passato ad articolarsi tra loro.

Quali le sfide future?

Sono molte, ma ne sottolineo una in particolare: quella che spinge a rinnovare i linguaggi. La pressione viene dalla società, più attenta e selettiva del passato, ma soprattutto dai mezzi tecnologici che entrano sempre più nel nostro quotidiano e che, oltre a cambiare il nostro rapporto con il mondo, impercettibilmente cambiano anche il nostro modo di avvicinarci all’informazione. Oggi si parla più per immagini che per dichiarazioni ufficiali. E la tv ci ha insegnato a selezionare quello che vogliamo vedere, cambiando facilmente di canale se c’è qualcosa con cui non sintonizziamo immediatamente. In termini di informazione significa che bisogna imparare a dire le cose in maniera più semplice e diretta, forse più particolareggiata e appassionante. I professionisti dell’informazione devono imparare e dialogare con il mondo, capire la complessità della vita e dei problemi, ridurre le distanze tra il detentore dell’informazione e l’utente finale. Altrimenti si finisce col parlare in un canale che nessuno ascolta.

Pasquale Castrilli

(box)

EMI: un’editrice ‘plurale’

La EMI che ha sede a Bologna (via di Corticella 179, 40128 Bologna ) è un esempio di sinergia e comunione ecclesiale. E’ infatti proprietà di quindici istituti missionari maschili e femminili

“È il segno che tutti pensano allo stesso modo? O che interpretano la missione in un'unica maniera? – si legge nel sito www.emi.it - No, le diversità tra gli istituti esistono ma è esattamente questa diversità di sensibilità e prospettive che è la ricchezza più grande dell'EMI e che si traduce in un'ampia gamma di temi e proposte editoriali: dal racconto della missione fatto dai suoi protagonisti, i missionari, allo sforzo di dar voce alle giovani chiese; dai temi della giustizia e della pace a quelli dell'intercultura; dal rapporto tra paesi e popoli ai nuovi stili di vita”.

Tra i temi che trovano spazio nelle collane dell’editrice anche il dialogo interreligioso, l'ecumenismo, l’ecologia e la salvaguardia del creato, la solidarietà tra i popoli e la cooperazione internazionale, e naturalmente la spiritualità missionaria e gli aspetti biblici e teologici della missione. La EMI vuole essere anche una piazza per il dialogo tra la missione e la società italiana, laica ed ecclesiale.

Dal sito Internet è possibile iscriversi alla newsletter che periodicamente, in formato *pdf, presenta le schede editoriali con le novità in uscita. Sulle pagine online si trova anche un calendario con le presentazioni delle novità editoriali in programma in varie città italiane. Vengono anche segnalate fiere nazionali alle quali partecipa l’editrice e altre iniziative di solidarietà.

Il sito propone dei percorsi di lettura che orientano il visitatore su aree tematiche come l’intercultura, l’immigrazione, l’Africa, la spiritualità missionaria. Come anche gallerie fotografiche e con filmati accessibili cliccando l’icona ‘Dudal Jam, a scuola di pace’. Una sezione, infine, ricorda che il 2010 è stato l’anno in cui molti paesi africani hanno celebrato il cinquantesimo dell’indipendenza.

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