sabato 31 marzo 2012

Stampa missionaria 16 (AFRICA)

pubblicato da Missioni OMI, gennaio-febbraio 2012
Africa
Africa è la rivista bimestrale dei Missionari d'Africa italiani (Padri Bianchi, www.missionaridafrica.org), un piccolo gruppo di missionari che fanno parte della grande famiglia internazionale dei Missionari d’Africa. Questa congregazione religiosa, che fu fondata da Charles Lavigerie (1825-1892) ad Algeri nel 1868, a fine 2008 contava 261 case e 1712 membri, 1400 dei quali sacerdoti.
“Siamo uomini che abbiamo fatto dell’annuncio del vangelo nel mondo africano la ragione profonda del nostro esistere”. - dice a Missioni OMI p. Paolo Costantini, direttore del bimestrale - “Abbiamo quasi 150 anni di presenza in terra africana. Ci sentiamo quindi abbastanza qualificati a parlare del continente africano e delle persone che lo abitano”.
La rivista Africa, la cui sede è a Treviglio (Bs) si è rinnovata da qualche anno mantenendo viva una tradizione che dura da 90 anni, ma anche adattandosi al gusto dei tempi odierni. Il periodico si fa anche promotore di alcune mostre fotografiche su dimensioni e aspetti del continente africano, che possono essere prenotate e noleggiate da scuole, centri culturali e parrocchie. Vuole presentare un’Africa “mai vista” e “svelare i volti poco conosciuti di questo continente, mantenendo uno sguardo attento e curioso e assicurando ai suoi lettori, un punto di osservazione diverso da quello offerto dai grandi media”. Africa si distingue per l’offerta di articoli, inchieste, riflessioni, testimonianze, speciali. Con una veste grafica accattivante, studiata per valorizzare il materiale fotografico di prima qualità. Tra i contenuti troviamo anche segnalazioni editoriali e discografiche. Un bimestrale “impegnato a scansare gli stereotipi e a mostrare un continente in movimento. Un progetto editoriale che vede la partecipazione di giovani reporter free-lance, fotografi affermati, cronisti di lunga data, illustri africanisti e islamisti”.
Direttore, che tipo di rivista è Africa?
Non siamo una rivista accademica o specializzata nel settore: cerchiamo semplicemente di far conoscere aspetti e storie inedite dell'Africa e della gente che vi abita. Siamo una rivista missionaria e abbiamo a cuore la chiesa in Africa, l’impegno di tante persone generose che vi lavorano e l'attività della nostra famiglia religiosa. Cerchiamo di seguire con particolare attenzione i problemi dell’immigrazione e della presenza dell’islam in Europa e in Italia. La nostra familiarità con il mondo africano ci obbliga a mettere anche in luce anche quegli aspetti più dolorosi. Ma ci proponiamo di trattarli con rispetto e serietà.
Puoi parlarci meglio dei contenuti della pubblicazione che dirigi?
Il nostro intento è dare un'immagine positiva di un continente che fa notizia per guerre, carestie, povertà. Raramente ci si ricorda di raccontare le storie delle persone, di narrare le antiche tradizioni popolari, di descrivere i colori e i sapori che rendono il continente africano così ricco di fascino.
Vogliamo trasmettere conoscenza e passione: il taglio degli articoli, insieme alla vastità delle tematiche trattate, permette ad Africa di passare tra le mani di pubblici molto vari: è un ottimo mezzo di aggiornamento sulla storia e l'attualità delle diverse regioni, un canale per dare voce alle piccole e grandi storie della gente d'Africa, uno strumento per conoscere la realtà della Chiesa in Africa e approfondire le tematiche legate all’islam e alle religioni tradizionali. E molto altro ancora, come musica, libri ed eventi correlati al continente.
Cosa dice di voi chi vi legge con fedeltà?
Ascoltando le reazioni dei lettori che incontriamo personalmente o che ci scrivono, gli articoli più apprezzati sono quelli che raccontano l’aspetto umano dell’Africa. Ho l’impressione che il lettore sia attratto da un’Africa fatta di mamme, di bambini, di giovani che vogliono vivere qualcosa di meglio, piuttosto che da un’Africa di miseria, di fame di carestie e di guerre tribali di cui tutti parlano.
Come vedete in redazione l’informazione missionaria in Italia in questo momento storico?
Per quanto riguarda l’informazione missionaria in Italia, la stampa missionaria risente della crisi generale del cartaceo, anche se si nota un certo progresso sul web. Non sono uno specialista, e non ho fatto studi da giornalista. Ma, a mio umile avviso, noi missionari dovremmo riflettere assieme su come fare passare il messaggio missionario in modo più positivo, più leggibile, più attraente.
Noi siamo dei ‘professionisti’ (perdonami questa ‘parolaccia’) dell’annuncio della Parola, siamo dei missionari; non siamo dei professionisti della comunicazione. Quello che annunciamo con tanto cuore ed entusiasmo - la Parola - forse lo annunciamo con un linguaggio incomprensibile, difficile.
Altri sistemi? Non saprei dire quali. Ma penso che ci sono dei laici seri ai quali possiamo fare appello. Forse non condividono sempre i nostri punti di vista, ma condividono la stessa passione per l’Africa e per l’Uomo e la sua dignità. Servendoci della loro professionalità e serietà, forse riusciremmo a fare passare meglio - e a far capire meglio - quel messaggio che siamo stati chiamati a trasmettere.
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Conosciamo il direttore Paolo Costantini
La sfida di Africa? “Essere una pubblicazione rigorosa, ma non accademica, in grado di parlare ad un pubblico sempre più ampio ed esigente. Non vogliamo accontentarci di raccontare i conflitti e le crisi umanitarie che affliggono il continente nero”. – dicono in redazione – “L’Africa è una terra di ricchezze, insegnamenti, fatti prodigiosi e piccole storie quotidiane. Tutte da raccontare.
Noi vogliamo mostrare il volto meno conosciuto del continente nero, sforzandoci di raccontare come e quanto l’Africa sta cambiando”.
Al timone di questa impresa p. Paolo Costantini, direttore del periodico dal novembre 2009. Nato a Reggio Emilia nel 1941 all’età di 11 anni è entrato nel seminario diocesano di Reggio Emilia “con l’intenzione di diventare vescovo. Ma si vede che non era la mia strada” - ci dice con candore. Lascia il seminario di Reggio Emilia dopo il primo anno di teologia per iniziare il noviziato internazionale dai Padri Bianchi, in Francia, dove continua gli studi di teologia. Dopo uno stage di un anno in Algeria, viene ordinato sacerdote nel 1967. Nei primi anni di ministero lavora nei seminari del suo Istituto a Treviglio (Bg) e Sant'Ambrogio di Valpolicella (Vr), dopodiché può finalmente partire per l’Africa, nella travagliata zona orientale della Repubblica democratica del Congo, allora Zaire. “Sono stati gli anni più belli della mia vita”, confessa.
Richiamato in Italia dopo 14 anni di missione, si occupa di animazione vocazionale tra i giovani e della rivista Africa. Nel 1989 gli viene chiesta la disponibilità per assumere la direzione a Bruxelles del servizio bilingue (inglese e francese) dell’African News Bulletin (ANB-BIA), che dirige fino alla sua chiusura definitiva, nel dicembre 2003.

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