domenica 20 maggio 2012

XI Corriamo verso l'Abbazia (Per Veronica)

Stamattina ho corso la Cassino-Montecassino per Veronica Capodieci la ragazza di Mesagne (Br) ferita nell'attentato di ieri alla Scuola "Morvillo-Falcone" di Brindisi. Veronica, la più grave dei nove feriti, rischia di perdere l'uso delle gambe. E' una delle cose più atroci che possano accadere. La sua amica Melissa Bassi, 16 anni, ha invece perso la vita nell'attentato.
Corro anche per le vittime del terremoto che stanotte ha scosso l'Emilia. 5,9 gradi sulla scala Richter, al momento si contano sei vittime.

La gara di oggi è in salita. Dopo aver lasciato il Centro Commerciale 'Panorama' si percorrono i primi 3 km. nella città di Cassino per poi cominciare l'ascesa verso l'Abbazia per un totale di 11,7 km.. E' l'undicesima edizione di questa bella corsa che vede alla partenza, alle 9.15, circa 300 atleti.
Affronto i primi 3 km. a 4.58'' di media. Il primo km. della salita è probabilmente il più duro come pendenza. Cresce l'affanno, ma le gambe vanno. Dopo la sosta forzata di fine aprile/inizio maggio, nella quale ho dovuto drasticamente ridurre il chilometraggio settimanale, oggi sono contento di poter correre. La strada sale e si intravede un suggestivo panorama della città e in alto l'Abbazia con la sua storia. Non è caldo, non c'è vento... Condizioni buone per correre. La salita è fatica che in certo senso purifica e  migliora ed è sinonimo di dedizione, sacrificio, rispetto di sè e degli altri... I due rifornimenti funzionano bene. Al decimo km. ritrovo parecchi dei miei amici dell'Atletica Venafro, partiti ad un andatura più spedita della mia. Il traguardo è vicino, si sentono le campane dell'Abbazia. Chiudo la gara in un'ora e tre minuti e non sono stremato. Buon segno.

Il pensiero va di nuovo a Veronica e Melissa, hanno l'età di tanti dei ragazzi con i quali ho lavorato in questi anni. Papa Benedetto XVI ha detto, giorni fa, di preservare il più possibile i giovani dalla crisi che stringe l'Italia in questi mesi. Il pensiero torna anche alle sei vittime del terremoto in Emilia e alle loro famiglie.

1 commento:

  1. A circa 500 metri dall'arrivo,anch'io sono stato vittima del sorpasso dell'amico don Pasqale. In quel momento c'è stato un pizzico di rabbia, ma solo un istante poi la serenità sportiva è tornata in me. Un pensiero mi assillava dalle prime luci dell'alba e cioè mia figlia Martina a Parma con il sisma delle quattro e zero quattro.Non riuscivo a contattarla in nessun modo per cui sono ripartito per Venafro con la massima fretta. Tutto bene alla fine.
    Un pensiero va sicuramente a tutta la gente che soffre.

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