sabato 11 agosto 2012

Viaggio in Guinea Bissau / 10

“Welcome America!” Un giovane sui vent’anni mi saluta con queste parole al rientro dalla mia corsetta mattutina. Mi vede ‘bianco’ e mi chiama americano! Mi rendo conto che già di primo mattino (sono circa le 8) ha alzato il gomito e che barcolla abbondantemente sul marciapiede. L’alcolismo è una piaga che si incontra sovente nelle zone povere del mondo. Una droga a buon mercato che serve per evadere, dimenticare, sentirsi forti… Anche qui, e varie volte in questi giorni, abbiamo incontrato giovani uomini in queste condizioni penose. Ci dicono che gli stupefacenti, quelli ancora più devastanti del’alcool, arrivano abbastanza facilmente in questa nazione che non riesce a mettere barriere a questo commercio. Arriva soprattutto dall’America latina e da qui entra per tutto il Continente, e forse anche per altri lidi più a nord.

La povertà favorisce lo sfruttamento e deturpa la dignità delle persone e dei popoli. La nostra presenza in Guinea Bissau per tre settimane è una piccola goccia in un mare di problemi e necessità molto più grandi di noi. Ci siamo detti di credere fino in fondo a questo servizio che stiamo rendendo che non risolve alcunché, ma testimonia un interesse per questa gente, una prossimità di solidarietà e amicizia. Anche il vescovo di Bissau, giorni fa aveva sottolineato il “coraggio” che abbiamo avuto venendo in questa parte di mondo dimenticata da molti.

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