giovedì 12 settembre 2024


Giorno 1 Pescara-Bologna
Alla stazione centrale di Pescara sorridiamo, controlliamo gli zaini,  parliamo dei prossimi giorni, facciamo una foto insieme. Un signore seduto accanto a noi nota la gioia del gruppo; si mette in viaggio per lavoro, direzione Verona. Nel pomeriggio siamo accolti dai tre missionari OMI di Bologna ed in serata celebriamo messa insieme ai fedeli che frequentano nei giorni feriali il santuario delle Madonna del Soccorso. Al termine della messa riceviamo la benedizione dei pellegrini. Anche qui non manca una bella foto di gruppo (in alto). Siamo in 8, le donne dormono in un bel collegio femminile in centro città. Il supermercato della Pam ci ospita per la cena.

Giorno 2 Bologna-Ferrol
Sveglia molto presto stamattina. Alle 5.10 siamo sul piazzale della stazione centrale di Bologna, direzione aeroporto Marconi. Mangiamo qualche biscotto insieme. Il volo per Santiago e' puntuale, alle 10 siamo a destinazione. Temperature decisamente più fresche rispetto all'Italia. In aereo incontriamo altri pellegrini con zaino e conchiglia di Santiago. 
Viaggiamo in autobus per raggiungere la nostra meta, Ferrol, sulla costa atlantica, da dove inizieremo il Cammino  inglese che dopo 110km ci condurra' a Santiago. Questa citta' ha dato i natali al dittatore Francisco Franco al potere in Spagna dal 1936 al 1975.

Giorno 3 da Ferrol a Narón
Il km 0 del Cammino inglese si trova al porto di Ferrol. Da li' partiamo su un percorso piacevole che si snoda lungo la costa. La tappa di oggi e' abbastanza breve, 13km circa. Ci serve per testare la condizione e rodare il gruppo. Nella parte finale una leggera pioggia ci ricorda che siamo in Galizia.
Il pomeriggio trascorre con un giro a Narón, la cittadina che ci ospita, e la preghiera prima di cena. I caffè spagnoli non riscuotono grandi consensi.

Giorno 4 da Narón a Pontedeume
Tappa di 16km per arrivare a Pontedeume, una bella cittadina sul cammino verso Santiago. Lungo il percorso incontriano pellegrini, ognuno con il suo passo e con le sue aspettative. Tra questi i nostri amici portoghesi di Madeira, Mario e Maria, che abbiamo conosciuto il primo giorno e che incrociamo di tanto in tanto. Oggi un po' più di salite rispetto a ieri. La temperatura fresca ci aiuta nella fatica. In serata partecipiamo alla messa nella chiesa di i Nuestra Señora de las Virtudes.

Giorno 5 da Pontedeume a Betanzos
La pioggia ci ha accompagnato per diverse ore. Il percorso e' risultato un po' più impegnativo dei giorni passati; in totale 20,3km. Camminando conosciamo altri pellegrini, ma forse anche un po' di più noi stessi. Ottimo il nostro alloggio, oggi abbiamo anche una cucina a disposizione! In serata siamo nella chiesa di Santo Domingo per la celebrazione eucaristica e, insieme ad altri che oggi fanno tappa a Betanzos, riceviamo la benedizione del pellegrino.

Giorno 6 da Betanzos a Ordes
Non e' una cima Coppi, ma oggi passiamo il punto più alto del Cammino inglese nella tappa più lunga: 30km. Otto ore di strada che ci hanno messo alla prova. Piedi e spalle doloranti, fastidi vari... Ci dividiamo in due alloggi per la sosta pomeridiana e notturna. Cominciamo ad intravedere la meta, mancano 37km a Santiago!

Giorno 7 da Ordes a Sigueiro
Tappa di 21km con meno salite rispetto ai giorni passati. La temperatura in questi giorni e' gradevole, piuttosto fresca, l'ideale per camminare molte ore. In tante chiese che abbiamo incontrato si e' tenuta le novena della festa mariana dell'8 settembre. Nel pomeriggio il parroco di Sigueiro apre la chiesa parrocchiale per noi per permetterci di celebrare la messa domenicale. A cena tante risate (come sempre in questi giorni).

Giorno 8 da Sigueiro a Santiago
Un po' di emozione percorrendo gli ultimi 16km del Cammino inglese. Ce l'abbiamo fatta: oggi siamo arrivati a Santiago! Dopo aver lasciato gli zaini  all'ostello andiamo subito a fare richiesta della Compostela, la certificazione del pellegrinaggio. E' scritta in latino e contiene il nostro nome e la distanza percorsa. Non manca la foto di rito a plaza Obradoiro. In serata partecipiamo alla messa del pellegrino nella cattedrale. Al termine il famoso 'botafumeiro' incensa il santo ed eleva le preghiere dei pellegrini.

Giorno 9 da Santiago a Finisterre
Questa volta in autobus per arrivare da Santiago alla fine della terra, Finisterra. Qualche ora di sole e di vento per recuperare e riassaporare il lungo viaggio a piedi che da Ferrol ci ha condotti a Santiago. Manca un pellegrino del nostro gruppo. Sostiene che andra' a Finisterra l'ultima volta che fara' il Cammino di Santiago e dice che non è questa! Siamo pronti al rientro in Italia.

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martedì 26 luglio 2022

Venezuela / 10. Grazie dei messaggi. Anche Severgnini!

Rientro in Italia dopo un mese di Venezuela con molta gratitudine. Il lavoro dei missionari è impareggiabile: il volto più bello della Chiesa. Mi piace trascrivere alcuni messaggi che ho ricevuto e il testo di una canzone che mi ha accompagnato in questa avventura. Concludo poi con una piccola sorpresa.

“Con questi racconti mi sembra di vivere in quei luoghi. Una bella missione! Con tante persone in prima linea. Realtà povere, ma ricche di speranza! È bello raccontare per trasmettere che le belle missioni si fanno a piedi come ha fatto Gesù. Gli Oblati mi hanno sempre affascinato perché vicino ai poveri. Preghiamo che il seme che hai seminato in Venezuela fruttifichi presto e dia delle belle vocazioni” (Vincenzo).

“Mi colpisce la sensibilità della tua narrazione che riesce a fare cogliere gli aspetti più veri e umani del tuo viaggio. Capisco che stai vivendo una grande esperienza missionaria. Grazie sempre per la condivisione!” (Paolo).

“Che bello. Il mondo si stringe e quasi si raduna insieme al leggere queste righe” (Leonardo).

“Grazie alla tua capacità di descrivere questi luoghi. Mi aiuti a sentirli più ‘vicini’ e familiari” (Nunziella).

“Penso sia necessario sensibilizzare i più piccoli perché loro sarà il futuro e mi auguro possa essere migliore del presente soprattutto per alcuni paesi” (Simona).

“Seminate il frutto della speranza con la mitezza del cuore e la gratitudine dell'essenziale, perché sono le radici a rendere forte un albero e rigogliosi i suoi frutti!” (Pardo).

La canzone che trascrivo l’ho ascoltata spesso nelle celebrazioni. Si intitola “Con Maria (l’Immacolata) è più facile camminare”.

“Con María es mas fácil caminar, por el camino angosto, donde Jesus siempre esta.
Ella nos guía en el camino, Ella guía nuestros pasos, 

porque a Jesus nos quiere llevar, el camino y la verdad”.

Ed ecco la sorpresa conclusiva. Beppe Severgnini, vicedirettore del Corriere della Sera, nel podcast ‘Italians’ del 17 luglio, risponde ad una mia domanda. Si può ascoltare cliccando https://www.spreaker.com/user/12742172/cdy-e634-severgnini, minuto 9’30’’ (evidentemente si può anche ascoltare tutto il podcast!).

lunedì 25 luglio 2022

Venezuela / 9. La festa del Carmine

Tre ore di ‘serenata’ alla Madonna. E’ la consuetudine che hanno nella parrocchia Nuestra Señora del Carmen a Santa Barbara de Barinas il 15 luglio, giorno della vigilia della festa della patrona: la Madonna del Carmine. In questa missione i missionari Oblati sono arrivati nel 2007 e ogni anno animano la novena molto sentita e partecipata. Ogni sera la messa si svolge in uno dei quartieri della parrocchia. La gente attende la statua della Madonna e la porta con una breve processione verso il luogo dove si reciterà il Rosario e si celebrerà la messa. Siamo in una zona di sconfinate pianure ricche di aziende agricole. Il caldo è spesso pesante spezzato di tanto in tanto da piogge rinfrescanti. Tutto è verde e rigoglioso, i mesi secchi da queste parti sono marzo e aprile. Il giorno della festa, il 16 luglio, si è aperto anche quest’anno alle ore 8 con la benedizione di auto, moto e biciclette. Segue una sfilata per le vie della cittadina con la statua della Madonna. La messa solenne è alle ore 17, seguita da una seconda processione.

L’abitazione dei missionari è modesta. Libri e materiali vari sono accatastati alla rinfusa, all’ingresso la raccolta di farina, riso, legumi e altri viveri che vengono donati dalla gente e distribuiti alle famiglie in necessità. La cucina e i frigoriferi, le stanze da letto, un retro casa con lo stenditoio, un gruppo elettrogeno per produrre corrente elettrica e tre splendide tartarughe. Da queste parti l’energia elettrica manca almeno due/tre ore ogni giorno. Mi dicono che in un’occasione sono restati 11 ore senza corrente.

La gente è molto grata della presenza dei missionari. Anche a San Cristobal, mi dicevano che sentono i missionari OMI vicini, capaci di condividere gioie e dolori del popolo di Dio a loro affidato. Tutti sono grati degli aiuti concreti soprattutto dei medicinali che arrivano regolarmente da Madrid. “No parole, no commenti, solo preghiere. Meno male che ci siete”, mi scrivono dalla Sicilia.

domenica 24 luglio 2022

Venezuela / 8. Di corsa alla scoperta del territorio

“Sei stato a Santa Barbara mezza giornata e la conosci meglio di noi!”. Monsignor Ramiro si esprime così dopo aver ascoltato il racconto della mia breve visita alla nostra missione di Santa Barbara de Barinas. Sono i pregi della corsa a piedi che permette di visitare e conoscere luoghi a 9/10kmh. Si incontra e si saluta la gente, si vedono posti, negozi, mercati all’aperto, lungomari, chiese... Da molti anni utilizzo la corsa per conoscere i posti. Quando in Italia preparo una missione popolare, nei mesi che la precedono, faccio sempre qualche corsa nel territorio. Quello che si vede, si annusa e si ascolta a piedi non lo si vede in macchina. Così anche a santa Barbara. I negozietti di frutta e verdura, i piccoli chioschi dove si beve, si gioca e anche si ricaricano i telefonini, l’ospedale cittadino (mi dicono che è fatiscente…), un’area con attrezzi ginnici vicino l’aeroporto…

Dopo le tre settimane trascorse a san Cristobal, da qualche giorno sono tornato a Santa Barbara de Barinas, altra missione affidata a noi missionari OMI. Il contesto è molto diverso dal precedente. Siamo a 200 metri sul livello del mare, tutto è pianeggiante, naturalmente fa più caldo. L’abitazione dei missionari è modesta ma c’è quanto serve. Il territorio affidato a noi è molto vasto. Oltre alla chiesa principale situata in città ci sono altre cappelle dove si celebra messa la domenica e alle volte in settimana. In questi giorni è in corso la novena della Madonna del Carmine festa molto sentita da queste parti. La Caritas parrocchiale da tempo si prende cura dei migranti, pellegrini che viaggiano verso al Colombia, offrendo acqua, cibo ed un tetto se occorre. “So che gli Oblati hanno a cuore i poveri. Non fanno proselitismo, ma abbracciano l'uomo in tutti i suoi aspetti. Grazie di queste notizie che, accanto allo sconcerto per le condizioni penose della società e soprattutto dei poveri mi mostra ancora una volta una Chiesa meravigliosa”, mi scrive un amico dalla Calabria.

Davanti alla chiesa Nuestra Señora del Carmen di Santa Barbara c’è una bella piazza quadrata, leggermente in discesa. E’ lo stadio naturale di chi vuole fare attività fisica. Spesso ci sono persone che corrono o camminano. II giro completo è di 400 metri: per i camminatori è perfetto un po’ meno per i corridori che però possono rifarsi allungando a piacimento i percorsi dal momento che Santa Barbara è composta di strade perfettamente squadrate. Anche a San Cristobal ho macinato chilometri. Ho anche dialogato con Luis Apolinar, allenatore e organizzatore della maratona del Tachira. E’ venuta fuori una bella intervista pubblicata da podisti.net (per leggerla cliccare http://podisti.net/index.php/commenti/item/8934-venezuela-luis-apolinar-e-la-maratona-del-tachira.html).

sabato 23 luglio 2022

Venezuela / 7. Giovani vocazioni

“Suor Cristina, i Maleskin, X Factor, Tik Tok”. Parliamo di musica, ma anche di consacrazione e vita religiosa con i ragazzi che sono qui nella nostra casa di San Cristobal per una giornata di relax. Una festa di fine anno scolastico. Sono una quindicina di giovani venezuelani che si preparano a diventare religiosi. Studiano da ottobre a giugno in una scuola intercongregazionale. Ci sono giovani domenicani, mercedari, due aspiranti delle Oblate dei Sacri Cuori, un giovane che è da noi Oblati. Cantano, giocano a ping pong, poi un bel pranzo con spaghetti e ragù, anguria… Mi fanno tante domande, anch’io ho delle domande per loro. “Come vivere da giovani cristiani oggi? Come annunciare il vangelo al mondo dei giovani in Venezuela?”. Questi ragazzi sono il futuro della vita religiosa e della chiesa in Venezuela. Non sono molti, mi dicono che i giovani scelgono molto i seminari diocesani e meno la vita religiosa. San Cristobal è un luogo dove storicamente sono concentrare molte case di formazione religiose. Altre comunità per i giovani religiosi si trovano nella zona di Caracas, la capitale che dista da qui 800km (che si percorrono in 12 ore di macchina!).

Di giovani in giro e ne vedono parecchi. In questi giorni si conclude l’anno scolastico in Venezuela e diverse scuole chiedono anche a noi Oblati di celebrare una messa di fine anno. Occasione per ringraziare del tempo trascorso insieme e anche per farsi gli auguri di buone vacanze. Il Venezuela ha una scansione dell’anno simile all’Europa a differenza del resto dell’America Latina dove invece le vacanze sono a dicembre-gennaio. Nella nostra parrocchia di Palo Gordo ogni giorno ci sono bambini e ragazzi del catechismo. Anche la catechesi si prende qualche mese di sosta per le vacanze scolastiche. Mi spiegano tutto le grintose catechiste che chiedono di incontrarmi prima della mia partenza. Si parla delle giovani generazioni e del progetto della catechesi familiare che hanno in questa parrocchia. Praticamente mentre i bimbi si incontrano per la lezione di catechismo settimanale, i genitori svolgono a loro volta un incontro di formazione. Interessante.

“Grazie per aggiornarci costantemente con i diari della sua missione; è un dono anche per noi che attraverso lei veniamo a conoscenza di queste realtà. Mi ha colpito molto l'importanza che si dà ai giovani ed alla catechesi, agli incontri dei giovani e credo che potremmo e dovremmo prenderne esempio”, mi scrive una catechista dall’Italia.

venerdì 22 luglio 2022

Venezuela / 6. Un giorno in riserva

“Quizás bastaba respirar, sólo respirar, muy lento...”. Laura Pausini (in spagnolo) è nelle casse della Land Rover sulla quale viaggiamo già dal mattino presto: una colonna sonora di questa giornata davvero speciale. Siamo su una strada sterrata, in una riserva nello stato Barinas e andiamo a trovare una famiglia di campesinos che regala agli Oblati una mucca. Si, una mucca. In Venezuela e in tutta l’America latina i capi di bestiame sono più degli abitanti ed il consumo di carne è praticamente quotidiano. Gli Oblati da una decina di anni si recano nella riserva per la settimana santa e per il periodo natalizio per garantire le celebrazioni e le confessioni. Distese sconfinate con fincas a parecchi chilometri l’una dall’altra. Nel vasto territorio ci sono varie cappelle e qualche scuola primaria. Dallo scorso anno arriva anche il collegamento Internet che toglie dall’isolamento questa zona pianeggiante di centinaia di chilometri quadrati.

La famiglia ci aspetta e ha preparato una colazione abbondante a base di arepas (non mancano mai), succo di tamarindo, ricotta, minestra di latte con pesce. Quest’ultimo potrebbe sembrare un accostamento a dir poco ardito (secondo i canoni italiani) ma il risultato è una vera delizia. Gli uomini che hanno macellato la mucca sono ancora affaccendati e così anche le donne ai fornelli… Pioviggina quando dopo colazione accompagno una delle donne e un amico egli Oblati che ha viaggiato con noi a recuperare le ultime cose dal capo macellato. Il coltelli super affilati favoriscono il lavoro. Al rientro mentre la pioggia aumenta facciamo una piccola siesta prima del pranzo. Io mi accomodo in una comoda amaca. Da queste parti in tutte le case c’è un posto (e i relativi ganci) per collocare l’amaca. Dopo pranzo rientriamo a Santa Barbara con un carico notevole di carne. Ci aspetta un macellaio che taglia, seleziona e colloca nelle buste che in serata saranno riposte nel congelatore.

Una giornata davvero interessante: un tuffo nella cultura campesina: orari, cibo, musica… Già la musica. “Mira en ti, escucha el silencio, tu corazón te soplará las palabras. Mira dentro de ti misma y entonces prueba si alcanzas donde te lleva tu alma”. Ciao Laura, grazie della compagnia!

giovedì 21 luglio 2022

Venezuela / 5. Con i poveri

“Grazie ai Padri che hanno amore come se fossero madri”, scrive un’amica dall’Italia. Abbiamo accolto qui in casa per due giorni una mamma e due bimbi. Pedro, il piccolo, ha quasi due anni, la sorellina ne ha invece otto ed ha un serio problema alla membrana di un orecchio. Arrivano da una zona di campagna ad un paio d’ore da San Cristobal e si rivolgono agli ospedali della città per una qualche cura. Qui l’assistenza sanitaria pubblica non esiste e le cure mediche sono molto molto costose. La mamma racconta la sua preoccupazione che si vede anche nei suoi occhi malinconici. Gli Oblati aprono la casa e danno ospitalità, una camera per dormire, i pasti, un passaggio in auto all’ospedale… Oltre alla madre naturale c’è anche quest’altra “madre”, la comunità oblata che accoglie, sostiene, incoraggia. Si gioca e si scherza con i bimbi, ma il problema della piccola è piuttosto serio, accentuato dal fatto che i medici non hanno ancora una diagnosi precisa.

2219. Sono i chilometri che segnano il lungo confine tra Venezuela e Colombia. Una storia da conoscere quella tra le due nazioni. Se negli anni ‘80 erano i colombiani ad emigrare in Venezuela fuggendo dalla guerriglia, la situazione negli ultimi anni si è ribaltata e ora sono i venezuelani ad andare in Colombia. Sono quasi due milioni quelli che hanno lasciato questa terra per cercare fortuna nel paese confinante. Dal Venezuela si scappa per la corruzione, la mancanza di libertà, la svalutazione catastrofica, gli stipendi di 3 o 4 dollari al mese. Non è raro vedere per strada file di persone, adulti e bambini, che camminano verso la Colombia con i propri bagagli. Nella nostra parrocchia di Santa Barbara di Barinas si sono attrezzati per dare cibo e liquidi a questi ‘pellegrini’. Sono stato a San Antonio e a Ureña che distano una cinquantina di chilometri da qui. Ci sono due ponti che collegano Il Venezuela con la città di Cucuta in Colombia e un via vai continuo di gente. La situazione politica ed economica attuale del Venezuela non ha alcun futuro: tutti aspettano che la dittatura finisca e che il Paese possa finalmente fiorire.

“Sono situazioni precarie. Il vostro aiuto umano e spirituale è essenziale per la gente”, mi ha scritto in questi giorni un’altra amica.